I tappa: dalla Basilica a San Quirico (0,4 km)
S’imbocca Via Vittorio Emanuele II e si gira subito a sinistra in Via Garibaldi per arrivare (km 0,4) a San Quirico (Santu Chilgu in gallurese), un tempo chiesa campestre e ora inglobata dal centro abitato. L’edificio spicca sull’omonima piazza per la sua rustica e austera struttura in conci di granito a vista, per il piccolo portico aggettante dalla facciata e l’austero interno sempre in granito a vista. Alcune fonti dicono che la chiesa fu costruita dagli abitanti del vicino paese di Aggius che annualmente si recavano in pellegrinaggio alla basilica. Pare che nel Seicento fosse un ritrovo di contrabbandieri e falsari. Nel 1956 fu demolita e ricostruita. Negli ultimi anni, la prima domenica di agosto, un comitato organizza una bella festa al santo, a cui partecipano anche tanti vacanzieri, che possono gustare una bella cena tipica nelle lunghissime tavolate attorno alla chiesa.
II tappa: da San Quirico a Sant’Andrea (6,5 km)
Si prosegue in Via Garibaldi, e si esce dal paese lungo la SP14, fino al bivio sulla SS133, che si percorre per poche centinaia di metri in direzione Tempio (ma si può anche fare una breve deviazione alla sughera monumentale di Criusciuleddu), fino al bivio segnalato per Sant’Andrea e Aglientu (volendo, questa tappa può essere spostata alla fine dell’itinerario). Si arriva (dopo km 4,2) al cartello che indica gli ultimi 2,3 km per la chiesetta. Da qui in poi il percorso è in proprietà privata, per cui si consiglia di parcheggiare lungo la stradina, poco prima del cancello, e proseguire a piedi o in bicicletta. Altrimenti ci si può inerpicare su per la collina col proprio mezzo per altri 2 km e parcheggiare prima di un altro cancello. Da qui si deve obbligatoriamente proseguire a piedi per gli ultimi 300 metri. La chiesa di Sant’Andrea (Sant’Andria) è stata restaurata nel 2022 nelle sue forme originarie. Sorge su un breve terrazzo con vista panoramica verso le colline boscose di Luogosanto. Ha la particolarità di avere la facciata cieca, per cui si deve entrare da una porticina laterale. Qui, il 30 novembre, si celebra l’ultima festa campestre dell’anno, in un clima spesso freddo e umido, ma riscaldato dalla devozione e dall’umanità dei fedeli che accorrono dalle campagne e dal paese. Poco sopra, oltre alcuni lecci secolari, sorge la casa dello stazzo Sant’Andria, una delle più monumentali della Gallura. Poco sotto, invece, si trova ancora un’antica fonte.
III tappa: da Sant’Andrea a San Marco (5,5 km)
Tornati a valle, si torna indietro lungo la strada a due corsie o attraversando la frazione di Vaddidúlimu, fino a riprendere la SS133 in direzione Tempio. Arrivati in vista del cartello per San Marco (Santu Malcu), si consiglia di parcheggiare poco prima in una piazzola o poco dopo in un bivio, avendo cura di non ostruire il passaggio. Facendo attenzione, si attraversa la strada statale e si entra nell’ingresso indicato scavalcando il muretto o il cancello. Dopo 300 metri, superato un ruscello, si raggiunge la piccola chiesa (non sempre aperta), che sorge in un piccolo poggio tra grandi esemplari di lentisco, leccio e sughera. L’architrave della porta laterale riporta un’iscrizione dalla quale si evince che il tempio fu edificato o restaurato nel 1732. Il santo viene festeggiato il 25 aprile da un comitato di Luogosanto e uno di Tempio (fino al 1947 il territorio di Luogosanto era amministrato dal capoluogo gallurese).
IV tappa: da San Marco a Santa Maria della Neve (2,5 km)
Dalla SS133 si continua a risalire la valletta di San Marco fino al bivio segnalato per Santa Maria della Neve. Da qui, lungo una stradina asfaltata che costeggia i vigneti della Cantina Siddura (visitabile su prenotazione), si raggiunge il cartello che indica gli ultimi 200 metri. Si consiglia di parcheggiare nei pressi dell’incrocio e proseguire a piedi o in bici. Si entra in un frutteto di ciliegi, gelsi, meli e olivi che fanno da cornice alla bella chiesa di Santa Maria della Neve (Nostra Signóra d’Ízzana), che si fa notare subito per la bella muratura in conci di granito, alcuni di notevoli dimensioni. Una curiosità: l’iscrizione sull’architrave sembra indicare la data 1591, ma, forse in un maldestro restauro, è stata montata al contrario (lo si nota dalla croce), per cui la data esatta è il 1621! L’interno è ben restaurato, con una bella copertura in travi di legno e incannicciata. Poco oltre l’edificio si può ammirare un esemplare plurisecolare di olivastro, nella cui ampia ombra siedono i commensali che celebrano la festa del 5 agosto.
V tappa: da Santa Maria della Neve a Sant’Antonio (2,5 km)
Si ritorna sulla SS133 e si prosegue in direzione Tempio verso l’ultima tappa dell’itinerario. Arrivati al cartello che indica Sant’Antonio, si può parcheggiare al bordo della statale, poco oltre il bivio, avendo cura di non ostruire l’ingresso alla proprietà privata. Quindi si attraversa con cautela la strada e si segue la direzione indicata (chiudere sempre il cancello!). Dopo una breve salita (con splendide fioriture primaverili di cisto bianco e rosa) si giunge alla radura alberata in cui sorge la chiesetta di Sant’Antonio (Sant’Antoni). All’interno si trovano degli ex-voto (uno relativo a un incidente stradale avvenuto là vicino nel 1932) e manufatti di artigianato religioso popolare. Nell’area della festa (che si celebra due volte l’anno, il 13 giugno e il 13 agosto) spicca per la sua imponenza un bell’esemplare di olivastro, che ombreggia un imponente tavolo rotondo di granito e i vicini locali adibiti a cucina e magazzino.
Ritorno o prosecuzione
Ritornati alla strada statale, si rientra a Luogosanto (6 km) per la strada dell’andata oppure si può proseguire, oltre le fontane di Cuaglioni e Lu Càntaru, verso Tempio (17 km) e i paesi dell’Alta Gallura.
Bibliografia
Nicolino Pisciottu, Le chiese campestri nell’ambito della Parrocchia e del Comune di Luogosanto, 2012 (Artgr@f, Sardara, CA)
Associazione Culturale Nostra Sardegna, Guida alle chiese campestri della provincia di Gallura (a cura di Maurizio Serra)