Fra i tre itinerari, è quello più lungo (circa 50 km) e richiede un’intera mezza giornata. Vi consigliamo di utilizzare il contachilometri dell’auto o di un app di orientamento per verificare le distanze tra una tappa e l’altra, ma vi ricordiamo che tutte le chiese campestri di Luogosanto sono segnalate su Google Maps.
I tappa: dalla Basilica a Santa Reparata (4,8 km)
Si esce dal centro abitato scendendo lungo Via Vittorio Emanuele II, costeggiando la Passeggiata-belvedere dei Graniti e il Belvedere La Pétra Niédda (subito dopo, chi percorre l’itinerario in mountain bike può abbreviare il percorso imboccando la Strada Medievale al bivio segnalato). Arrivati a Crisciuléddu, si svolta a destra in direzione Palau lungo la SS133, per lasciarla dopo poco più di un chilometro al bivio della Cantoniera di Luogosanto, girando a sinistra. Dopo appena 600 m troveremo il bivio segnalato per Santa Reparata (Santa Riparata). È possibile parcheggiare in una piazzola sulla strada asfaltata oppure dopo circa 50 m di sterrato, dopodiché vi consigliamo di procedere a piedi, avendo cura di richiudere i cancelli lungo il percorso. Altri 500 m e si supera un ruscello sul ponte carrabile o sul pittoresco ponte di legno. L’area della chiesa è molto vasta, il che testimonia la grande devozione per questa santa festeggiata non solo dai luogosantesi, ma anche dai tempiesi, che fino a poco tempo fa vi si recavano sui carri a buoi. Le due comunità si incontrano ogni anno per il vespro dell’Ascensione e il giorno seguente, festeggiando la santa con funzioni religiose, balli e pasti tradizionali. Le forme attuali della chiesa risalgono alla ristrutturazione del 1877 e a un recente restauro conservativo che ne esalta la sobria bellezza e la pregevole fattura, ma la prima fondazione potrebbe risalire al lontano Medioevo.
II tappa: da S.ta Reparata a San Giacomo (8,3 km)
Da Santa Reparata si torna indietro al bivio sulla SS133 e si prosegue in direzione Palau (è tuttavia possibile, specie per chi va in bici, proseguire sulla strada rurale asfaltata per altri 5 km e quindi svoltare a destra per altri 2,7 km). Dopo poco più di 5 km si svolta su una stradina asfaltata al bivio segnalato per San Giacomo (Santu Gjacu) e si prosegue seguendo le indicazioni per quasi 2 km, parcheggiando l’auto nella piazzola vicina al cartello che indica gli ultimi 160 m. Aperto e richiuso il cancello verde accanto allo stazzo, si attraversa il campo, impreziosito da un notevole esemplare di olivastro, fino al cancello che permette l’accesso all’area sacra. Il santuario è dedicato a Giacomo il Maggiore, apostolo di Gesù e fratello dell’evangelista Giovanni, festeggiato dagli abitanti delle campagne vicine (li cussuggjali) e da altri luogosantesi e numerosi ospiti il 10 maggio e il giovedì dopo l’Assunzione di Maria. La chiesa è stata edificata nel 1666 e appartiene alla parrocchia di San Pietro di Bassacutena. Nella nicchia d’altare è collocato il simulacro in marmo di San Giacomo Apostolo, realizzato da una bottega genovese e donato nel 1679 dal nobile Iosefus Missorro. Fotografia: Vittorio Angius.
III tappa: da S. Giacomo a Nostra Signora delle Grazie (6 km)
Da San Giacomo si torna indietro di 300 m e all’incrocio si svolta a destra; si percorre la stradina asfaltata per 3 km e, al nuovo bivio, si svolta ancora a destra. Dopo altri 3 km tra morbide colline ricche di prati e pascoli, si raggiunge il villaggio di Camporotondo. Qui, al centro di una piccola pineta, sorge la piccola chiesa di Nostra Signora delle Grazie (Nostra Signóra di Campurritundu o Li Gràzii). Come ricorda l’iscrizione sul marmo all’interno della chiesetta, si tratta di un santuario recente, edificato come ex voto da un possidente della zona, il cav. Pietro Frasconi, al ritorno dalla Grande Guerra (poco distante sorge quello che fu il palazzo in cui risiedeva e amministrava l’azienda). La semplicità della sua struttura e dei suoi arredi è compensata dalla bella posizione panoramica e della cornice genuinamente campestre (poco oltre è possibile acquistare dell’ottimo formaggio vaccino direttamente dai produttori). Nonostante la chiesa faccia parte della parrocchia di San Pietro di Bassacutena e del Comune di Tempio Pausania, molte delle famiglie che organizzano o partecipano alla festa della prima domenica di settembre sono luogosantesi.
IV e V tappa: da N.S. delle Grazie alle chiese di Santa Maria e San Simplicio (10 km)
Da Camporotondo si prosegue verso nord per 1,8 km, si svolta a destra e si continua per altri 800 m, quindi nuovamente a destra su una strada provinciale 70 (detta “di Garibaldi” perché voluta dall’Eroe dei due Mondi) che ritorna (+ 5 km) sulla SS133 all’altezza della Cantoniera di Bassacutena. Da qui, si procede a destra (verso sud), per poi girare quasi subito a sinistra nella strada provinciale n. 115 per Arzachena (volendo, si può entrare nei centri abitati di Bassacutena e Bulbuseddu, dove si trova la chiesa parrocchiale moderna dedicata a San Pietro e diversi servizi: bar, pizzeria, macelleria, alimentari, stazione di servizio). Dopo 2 km, al bivio segnalato, si lascia l’auto appena oltre il cancello o nei pressi e si attraversa il campo detto Lu Nalboni di li Gjésgi (“il campo dissodato delle chiese”), perché include ben tre chiese: Santa Maria degli Angeli, San Simplicio e San Pietro (di quest’ultima, se si vuol fare una piccola caccia al tesoro, si trovano soltanto le fondamenta nascoste in uno “scoglio” di arbusti).
La presenza di tre santuari in poco più di un ettaro di terreno testimonia l’importanza del luogo, probabile ubicazione della villa medievale di Surake, forse sede di una delle cancellerie del Giudicato di Gallura e oggetto di donazioni tra i giudici, i vittorini di Marsiglia e l’Opera di Santa Maria di Pisa. La prima chiesa che si incontra, accanto a un bell’esemplare di leccio, è Santa Maria degli Angeli (Santa Maria di Lu Maccjétu o Santa Mariédda), con doppio campanile a vela agli angoli della facciata. La festa avviene l’ultimo sabato di luglio.
Ma la chiesa che si conserva meglio è quella di San Simplicio (Santu Simpiggju o Simpríziu o Simplíciu), che sorge cento metri più a sud, contornata da meravigliosi lecci e macchioni di lentisco. Il recentissimo restauro dà risalto alla semplice struttura a capanna, in conci di granito a vista ben lavorati, tra i quali spicca l’antica monofora laterale. San Simplicio fu probabilmente il primo vescovo di Fausinae o Fausania, l’attuale Olbia, dove fu martirizzato nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano. Ora è patrono di Olbia e della diocesi di Tempio-Ampurias. Come a Olbia, San Simplicio di Luogosanto si festeggia il 15 maggio.
VI tappa: da S.ta Maria e S. Simplicio a San Lussorio (3 km)
Tornati sulla SP115, si procede a destra per quasi 3 km, fino al confine comunale tra Luogosanto e Arzachena. Qui, poco prima del ponte sul fiume di L’Íscia, all’ingresso segnalato, si può parcheggiare l’auto e varcare il cancelletto pedonale per raggiungere, dopo una breve rampa, la chiesa di San Lussorio (Santu Nussúgliu o Lussúgliu). Lo spazio della festa è disposto su diversi terrazzamenti al di sopra della chiesa e della piazza dei balli, tra olivastri e altri grandi alberi. Anche Lussorio è uno dei primi santi e martiri della Sardegna cristiana, il cui culto si è diffuso dal meridione fino a qui, in quello che è il santuario più settentrionale a lui dedicato. All’interno, nella parete dietro l’altare, spicca il grande e coloratissimo affresco realizzato e donato dal pittore Leopoldo Tomassini, che circonda la nicchia che ospita il simulacro marmoreo del santo, opera secentesca di bottega genovese, con aureola e occhi di vetro. La festa è celebrata solitamente il 10 e 11 agosto dai fedeli della parrocchia di Bassacutena e dagli abitanti degli stazzi della zona.
VII tappa: da S. Lussorio a San Paolo Apostolo (6 km)
Da San Lussorio si torna indietro sulla SP115 in direzione Bassacutena per circa 2,4 km, quindi si svolta a sinistra in una stretta scorciatoia asfaltata di 400 m che immette nella strada comunale che congiunge le frazioni di Bulbuséddu e Lu Mocu. Al bivio si gira a sinistra e, dopo 3 km, si raggiunge il villaggio di Lu Mocu. Lungo la strada si trova la chiesa moderna di San Paolo Apostolo (Santu Pàulu di Lu Mocu), eretta nel 1982 dal canonico Francesco Filigheddu. L’interno è spoglio ma luminoso e ospita, in agli angoli dietro l’altare, le bandiere delle famiglie del luogo che onorano il santo e si prendono cura del santuario. La festa ha luogo in genere a metà maggio.
VIII tappa: da S. Paolo a San Salvatore (1,6 km)
Proseguendo oltre l’abitato di Lu Mocu, ci si inoltra nella regione di Balaiana Bassa (Balajana d’Ignò) e, dopo appena 1,5 km, si giunge al prato alberato che racchiude la chiesetta intitolata a San Salvatore (Santu Salvadóri). Tra sughere e olivastri spettacolari, al riparo di una grande roccia di granito in cui si trovano resti antiche e imprecisate strutture, sorge la chiesa di granito a vista, con campanile a vela centrale. Nell’interno pregevolmente restaurato si fanno notare i due begli archi di granito lavorato a mano, gli architravi di assi rustiche di ginepro e la semplice nicchia absidata di legno che ospita il simulacro del Santissimo benedicente. La festa si svolgeva la seconda domenica dopo la Pasqua di Resurrezione.
X tappa: da S. Salvatore a Nostra Signora del Rimedio (0,8 km)
Tornati sulla strada, si prosegue in direzione sud-ovest per altri 150 metri e si svolta a destra, continuando per circa 350 metri, seguendo sempre le indicazioni. Si consiglia di parcheggiare nei pressi del cartello che indica gli ultimi 300 metri prima della chiesa e di proseguire a piedi. Varcato il cancelletto pedonale, si scorge subito, accanto a un leccio monumentale, la chiesa di Nostra Signora del Rimedio (in gallurese Nostra Signóra di lu Rimédiu o semplicemente Lu Rimédiu). L’interno è sobrio come in quasi tutte le chiese campestri galluresi, ma spicca il pavimento in cotto e soprattutto il tetto di legno pregiato. La festa si celebra l’ultima domenica di settembre negli spazi antistanti, dove campeggia un grande lentischio dal portamento a bandiera. In questo luogo, il celebre musicologo Gavino Gabriel ha ambientato il dramma La Jura, messo in scena nel 1958 al Teatro San Carlo di Napoli.
Ritorno o prosecuzione
Ritornati alla stradina asfaltata principale, si prosegue verso sud-ovest per altri 2 km, fino a imboccare la SP14 in direzione Luogosanto (a destra) per altri 4 km, in modo da chiudere l’itinerario circolare in Piazza della Basilica. Altrimenti, al bivio sulla SP14, si può svoltare a sinistra e raggiungere, dopo circa 16 km, la cittadina di Arzachena.
Bibliografia
Nicolino Pisciottu, Le chiese campestri nell’ambito della Parrocchia e del Comune di Luogosanto, 2012 (Artgr@f, Sardara, CA)
Associazione Culturale Nostra Sardegna, Guida alle chiese campestri della provincia di Gallura (a cura di Maurizio Serra)