Itinerario 3 – Dalla Basilica alle chiese di Balajana e Canaili

Il terzo e ultimo itinerario alla scoperta dei santuari di Luogosanto si svolge nelle campagne a oriente del centro abitato, nelle regioni di Balajana Alta e Canaili, toccando sette chiese campestri e una chiesa urbana.

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Descrizione

Come sempre, se volete seguire fedelmente l'itinerario, vi consigliamo di azzerare il contachilometri a ogni tappa, ma vi ricordiamo che tutte le chiese sono segnalate da cartelli stradali e sono presenti su GoogleMaps. Pronti, partenza, via!

I tappa: dalla Basilica a San Trano (2,3 km)

Da Piazza della Basilica si seguono le indicazioni per Arzachena, percorrendo interamente Via San Trano, che attraversa il rione La Funtanédda. Al termine dell'abitato si gira a destra e si raggiunge, dopo 2,3 km, un parco comunale che sorge in cima a un monte in cui si trovano tracce di quello che la tradizione indica come il luogo in cui i santi anacoreti Nicola e Trano, nel IV secolo, condussero la loro vita eremitica e vennero seppelliti. Un documento cinquecentesco (il "Condaghe di Luogosanto") ci dice che, all'inizio del XIII secolo, due frati francescani di ritorno dalla Terra Santa edificarono i santuari di Santa Maria (la basilica), San Nicola (demolita all'inizio del Novecento, sorgeva nell'attuale Piazza Incoronazione) e, appunto, quello di San Trano (Santu Tranu), in questo luogo ameno, molto panoramico, caratterizzato da imponenti formazioni granitiche, tra cui crescono coraggiosi arbusti e alberelli. Per raggiungere l'area dell'eremo e della chiesa semi-rupestre, si percorre una breve passerella pavimentata tra le rocce. San Trano è sicuramente una delle più belle e importanti testimonianze religiose e storico-culturali di Luogosanto. Il luogo invita al raccoglimento e alla contemplazione. Grazie a un recente intervento di risistemazione dell’area, è ora possibile visitare l’eremo anche di notte. Inoltre, nello spazio circostante alla rotatoria in cui è possibile parcheggiare il veicolo, si trovano diversi tavolini da pic-nic all’ombra dei lecci, oltre a quelli di granito presenti nell’area in cui ogni anno, a giugno, si svolge una partecipata festa campestre.

 

II tappa: da S. Trano a Nostra Signora di Loreto (3,1 km)

Per raggiungere la seconda tappa dell’itinerario si torna sulla S.P. 14 e si prosegue per circa un chilometro verso Arzachena. Se si ha un grande veicolo (camper o simili), si consiglia di procedere poco oltre il bivio segnalato, per parcheggiare nell’ampia piazzola antistante al bivio per il Palazzo di Baldu, altrimenti si svolta a destra al bivio che indica N.S. di Loreto (Santa Maria di l’Àgnuli) e si continua nella stradina per 200 m, fino al cartello che indica gli ultimi 800 m per la chiesa. Qui si può parcheggiare, avendo cura di non ostruire il passaggio, e si prosegue a piedi o in bicicletta, ricordandosi di richiudere i cancelli lungo il percorso. Diversi cartelli di legno con la scritta Santa Mariedda (altro nome locale del santuario) vi indicheranno il tracciato, che si snoda in un’antica mulattiera, poi attraversa un campo e raggiunge la chiesetta immersa in un boschetto. Sull’architrave di granito si nota la cifra tonda della fondazione (o rifondazione?), risalente al 1700. La festa si svolge (eccetto negli ultimi anni) nella seconda metà di maggio.

 

 

III tappa: da N.S. di Loreto a Santo Stefano (4,0 km)

Ritornati sulla vecchia mulattiera, è possibile svoltare a destra e raggiungere a piedi la chiesa di San Pietro (anticipando la IV tappa), ma vi consigliamo di riprendere l’auto, tornare sulla SP14, lasciarla subito imboccando il bivio per Santo Stefano (Santu Stévanu). Proprio nelle prime decine di metri della stradina asfaltata, a destra, si può fare una breve sosta all’altare-giardino della Madonna dei Bambini, che ospita una statua di Maria Bambina incastonata in un tafone granitico e circondata da teche con ex-voto (il luogo è meta di pellegrinaggio la prima domenica di settembre). La strada termina in un ampio piazzale. Da qui si prosegue in bici o a piedi, inoltrandosi nel parco archeologico, religioso e naturalistico di Baldu. Si notano begli esemplari di lecci, filliree, alaterni e soprattutto lentischi, che ombreggiano piacevolmente i resti archeologici del Palazzo di Baldu, un’interessantissima testimonianza medievale, molto probabilmente appartenuta ai Visconti di Pisa, allora giudici (re) di Gallura. Poco prima, si possono ammirare degli splendidi tafoni di granito; mentre nell’area prospiciente alla facciata della chiesa si trovano i resti di una struttura circolare risalente all’epoca nuragica e riutilizzata in epoca romana e medievale. La chiesa di Santo Stefano e il vicino locale destinato a cucina della festa che si celebra la seconda domenica di maggio sono molto probabilmente gli unici due edifici rimasti della medievale villa de Sent Steve (così in un documento sardo-catalano del Trecento). Resti della muratura più antica si notano sul lato settentrionale della chiesa. Attorno all’edificio sono state rilevate delle sepolture cristiane.

 

IV tappa: da S.to Stefano a San Pietro in Cattedra (5,5 km)

Dall’area di Santo Stefano, si torna indietro alla SP14 e si prosegue in direzione Arzachena per poco più di un chilometro, svoltando al bivio che indica San Pietro in Cattedra e percorrendo la strada sterrata per un altro chilometro, fermando l’auto poco prima di uno stazzo abbandonato. Raggiungere la chiesa di S. Pietro non è facile, perché il tracciato dell’antico percorso di accesso che qui proponiamo è stato nel tempo abbandonato e presenta diversi ostacoli come muri e siepi. Dallo stazzo omonimo, si discende fino al cancello e si aggira saltando il muretto a secco, si raggiunge un capanno agricolo e si procede attraverso un campo fino al fondo valle (si notano le alberature tipiche dei corsi d’acqua), per arrivare a un’altra stradina privata nel punto in cui scavalca il ruscello. Da qui, dopo una breve salita, si raggiunge la bella chiesetta di Santu Pétru di Catréa, circondata da sontuosi e contorti esemplari di olivastro e lentischio. L’interno è stato restaurato con gusto e attenzione ai particolari e ospita una grande cattedra ecclesiastica finemente intagliata. La nicchia d’altare ospita due simulacri: un San Pietro marmoreo e un Sant’Andrea Apostolo in gesso, probabilmente traslato dalla diruta chiesa di Sant’Andria di Balajana. La festa del santo titolare ricorre la prima domenica di luglio. Il paesaggio circostante è di particolare bellezza e integrità, con ampi boschi ritagliati di pascoli, il grande vigneto della Cantina Mancini e, sullo sfondo, la sagoma inconfondibile del Monte San Leonardo, prossima tappa del tour.

 

V tappa: da S. Pietro a San Leonardo (3,0 km)

Si torna alla SP14 e si prosegue sempre verso est. Dopo un chilometro circa, si accosta a sinistra nella grande piazzola d’accesso all’area di San Leonardo. Qui è possibile parcheggiare l’auto o la bici e fermarsi per una sosta pic-nic. In fondo al giardino parte il ripido sentiero su roccia per la sommita del colle: soli 300 metri di percorrenza ma con un dislivello di 100 metri, per cui, se non si è in piena forma, si consiglia di procedere con calma e di evitare la risalita nelle ore più calde. La fatica è ripagata dalla bellezza del sentiero e dagli scorci paesaggistici sui vigneti, gli stazzi e i boschi tra Balajana e Canaili. In cima sorge la piccola fortezza appartenuta ai giudici di Gallura e citata in un documento del XII sec. come castellu de Balaianu. Poco oltre, si scorge la minuscola chiesa di San Leonardo di Noblac (o Noblat), conosciuta in gallurese come Santu Linaldu (o Ninaldu) di Balajana. Si tratta di un piccolo gioiello del romanico sardo-corso. Oltre alle piccole dimensioni (che fanno pensare avesse funzione di cappella palatina), spiccano il sagrato recinto, il pavimento in roccia naturale in declivio, la finestrella cruciforme e soprattutto l’originale copertura in lastre di granito. Per la sua vetustà e originalità, il santuario fa parte dell’Itinerario del Romanico in Sardegna.

 

VI tappa: da S. Leonardo a San Biagio (3,5 km)

Una volta ridiscesi ai piedi del monte di San Leonardo, si continua verso Arzachena per 250 metri e si svolta a destra al bivio per San Biagio. La stradina asfaltata risale per 1,5 km il colle fino al breve pianoro degli stazzi di Capriuléddu (dove è possibile visitare l’omonima azienda agricola ed erboristeria officinale), nel quale si apre il bivio a sinistra per la strada sterrata che raggiunge dopo altri 1,5 km l’ingresso del terreno in cui sorge la chiesa. Santu Biàsgiu di Li Códdi è una chiesetta molto appartata e discreta anche nella sua semplicissima struttura architettonica, sempre in conci di granito a vista e copertura in grandi travi di olivastro, incannicciata all’interno e con coppi laterizi all’esterno. Umile e bella è anche la statua del santo, che viene festeggiato dai nuovi e vecchi abitanti dell’agro il 3 febbraio e l’ultima domenica di maggio. L’area attorno alla chiesa è rinfrescata e ombreggiata da un boschetto di olivastri, che formano come un’oasi nel pascolo soleggiato.

 

VII tappa: da S. Biagio a San Michele (7,5 km)

Comincia la strada di ritorno verso Luogosanto, che riserva ancora due tappe. La prima è San Michele Arcangelo, una chiesa ubicata nel confinante Comune di Luras, ma frequentata soprattutto dai luogosantesi. Per arrivarci, dobbiamo tornare alla strada asfaltata all’altezza dell’erboristeria e risalirla fino al crinale. Da qui, se si procede diritto si arriva alle aziende agricole di Stazzu Canu, in cui è possibile pernottare, mangiare (su prenotazione) o acquistare prodotti in vendita diretta come vini, salumi e formaggi. Il tour procede però svoltando a destra, lungo il crinale della collina, in una strada sterrata sulla quale consigliamo di procedere adagio. Si raggiunge quindi la stradina asfaltata di Canaili e si prosegue a destra (se si svolta a sinistra si scende ai magnifici olivastri millenari di Santu Baltolu, Carana, Luras). Dopo poche centinaia di metri, si arriva all’ingresso di Santu Micali di Canaili, chiuso da un cancello di ferro (se chiuso con lucchetto, si consiglia di arretrare verso una piccola piazzola e parcheggiare, altrimenti si può accedere e parcheggiare subito oltre il cancello). L’edificio è quasi sicuramente l’unica sopravvivenza della villa medievale di Canahim. San Michele si festeggia la prima domenica di maggio, ma il primo del mese si svolge la festa del contitolare San Gerolamo. Anche se i restauri e i locali aggiunti per lo svolgimento della festa hanno in buona parte cancellato il fascino medievale del santuario, la breve passeggiata è gradevole per il contesto paesaggistico e panoramico: ci troviamo infatti in uno dei monti più alti della Gallura settentrionale, dal quale la vista spazia a oriente verso Arzachena e i Monti di Mola, a nord verso Palau e Santa Teresa.

 

VIII tappa: da S. Michele a San Paolo Eremita (8,8 km)

Tornati sulla strada asfaltata, si prosegue verso ovest per raggiungere, dopo poco più di 8 km tra rigogliosi boschi, l’abitato di Luogosanto. A metà strada si apre a destra il bivio per il parco della sorgente La Filetta, in cui è possibile riposare, bere un’apprezzatissima acqua diuretica e osservare le belle installazioni didattiche in ceramica sulla flora e fauna del territorio. L’ultima tappa, la chiesa urbana di San Paolo Eremita (Santu Pàulu di Locusantu), che dà il nome all’omonimo quartiere alto del paese, si trova lungo la strada, 500 metri dopo l’ingresso del centro abitato. Si tratta di una piccola, semplice ma decorosa e allegra costruzione risalente agli anni ’40 del Novecento. Fu infatti eretta all’interno di un’area destinata a ospedale militare, del quale resta, oltre al santuario, l’edificio ora destinato a museo etnografico. La piazzetta antistante, ombreggiata da sughere e gelsi, ospita anche una fontanella di acqua potabile. La festa si svolge nel mese di maggio, a cura di un libero comitato degli abitanti del Rione San Paolo.

 

 

 

Ritorno

Da San Paolo si discende lungo Via Regina Elena per raggiungere, dopo la Piazza Incoronazione, il punto di partenza della Piazza della Basilica. Qui si può idealmente chiudere il terzo itinerario e tutto il tour delle chiese di Luogosanto con la visita del Museum Natività della B.V. Maria, un interessante museo diocesano ricavato all’interno dell’antico convento francescano, in cui è possibile vedere le statue originali delle chiese campestri, arredi sacri, il tesoro degli ex-voto della Madonna di Luogosanto e altri interessanti reperti religiosi ed etnografici come gli abiti tradizionali luogosantesi (si consiglia di prenotare la visita).

Bibliografia

Nicolino Pisciottu, Le chiese campestri nell’ambito della Parrocchia e del Comune di Luogosanto, 2012 (Artgr@f, Sardara, CA)

Associazione Culturale Nostra Sardegna, Guida alle chiese campestri della provincia di Gallura (a cura di Maurizio Serra)

 

Pagina aggiornata il 17/01/2024